La Gazzetta Di Parma – Valeria Ottolenghi

 

La gioventù in cerca di lavoro con l’ironia del teatro canzone
Al termine applausi e ancora applausi per Dario De Luca e la Omissis Mini Orchestra, tanto da arrivare al bis, con l’ultimo, coinvolgente divertimento cantato «Dimettiti!», mescolandosi ancora satira politica, gioco farsesco e amaro scherzo. Uno spettacolo trascinante «Morir sì giovane e in andropausa – atto unico in 8 quadri e canzoni» che, dopo un avvio forse difficile, non del tutto piena la sala al Teatro al Parco, ha farro crescere la partecipazione del pubblico, che ha riso volentieri, apprezzando l’ironia, l’intelligente leggerezza. Il teatro canzone torna così in scena giocando in forma ironica,sarcastica, anche un po’ surreale,con le parole, una scelta coraggiosa e originale di Scena Verticale, una compagnia che ha saputo farsi apprezzare in questi anni sia con i propri spettacoli che con il Festival di Castrovillari, diversi i premi dell’Associazione Critici e Ubu, direttori artistici proprio Dario De Luca e Saverio La Ruina (a Parma negli stessi giorni con «Italianesi»). Qui il tema del lavoro impossibile, l’invecchiare in casa senza poter sperimentare autonomia e libertà, il moltiplicarsi di patologie – qui naturalmente un po’ folli – derivate da delusione e scontentezza esistenziali, tutti temi che tendono ad immalinconire, vissuti quotidianamente nelle famiglie, acquista speciale levità, una freschezza che nasce dal sorriso, mescolando forme dell’assurdo e dell’eccesso, trovando solidarietà nel pubblico sempre più divertito. Molto bravi anche i musicisti, Paolo Chiaia (piano synth e armonica), Gianfranco De Franco (clarinetto, sax, flauti e loop), Giuseppe Oliveto (trombone, flicorno, fisarmonica e conchiglie), Emanuele Gallo (basso), Francesco Montebello (batteria e percussioni) che partecipano anche teatralmente allo spettacolo, componendo piccole azioni, commentando con suoni e sguardi. Con luci che mutano gli sfondi, creando ombre e atmosfere spesso di colori acidi. «L’unico modo per trovare lavoro è trovarlo all’estero». Laureati pronti ad adattarsi a tutto. La cultura? Un intralcio – a meno che non si arrivi a mangiar libri! Malinconia in «Hasta la vista!» che coinvolge, non solo nella quasi-rima, anche la sinistra.

Valeria Ottolenghi – La Gazzetta di Parma – 03 febbraio 2013

 

 

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