Corriere della Sera, ed. Roma – Franco Cordelli
by on December 21, 2015 in DISSONORATA PRESS

 

[…] La Ruina è una presenza indiscutibile, lo si capisce subito, dopo due minuti che lo si vede o lo si sente parlare, o recitare, o raccontare, forse il verbo giusto è raccontare. C’è una sedia, in un semibuio, in fondo c’è solo un musicista, al quale sono affidati dei brevi intermezzi. Poi c’è lui, La Ruina, vestito da donna, con dei pantaloni e con sopra una gonna, un vestito da donna del Sud. La Ruina è uno spettacolo in sé, anzi è lo spettacolo tutto intero, non importano le raffinate luci, non importano gli stacchi musicali, non importa neppure ciò che dice. Se devo essere sincero, ciò che dice non l’ho capito. Gli amici che erano con me dicono di aver capito tutto, poi mi hanno raccontato i particolari della storia (avevo intuito all’ingrosso); personalmente, dopo quei due primi minuti mi ero astratto, o arreso. Perché debbo sforzarmi di capire il dialetto? In questo caso, come ovvio, il calabrese, o una roba (sto citando), a cavallo tra Calabria e Basilicata. La storia, per la cronaca, è come già dice il titolo (anch’esso dialettale, suppongo), è la storia di una pastorella ingannata e, appunto, disonorata; e delle sevizie poi perpetrate sul suo povero corpo. Però è questa una storia interessante? Non è una storia che conosciamo già, una storia antica, di cui possiamo solo servirci come pietra di paragone nei confronti di storie analoghe che oggi accadono a persone di cultura diversa dalla nostra? L’interesse per ciò che La Ruina diceva era per me pari a zero. Mi piaceva invece il modo di dire, di raccontare, di muovere le mani, di non muovere il corpo, di flettere la voce, di rendere femminile la voce maschile, di ingentilire, più e più, ciò che avevo intuito gentile. “ Dissonorata” nel mondo nostro, contemporaneo, si giustifica nella misura in cui da spettacolo di teatro, o da racconto, si trasforma in concerto, in una jam session, in una performance musicale.

Franco Cordelli – Corriere della Sera, ed. Roma – 16.09.2006

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[…] la scoperta cruciale è arrivata da cinque scrittori meridionali: lo stesso Saverio La Ruina, Vincenzo Pirrotta, Gianfranco Berardi, Davide Enia, Mimmo Borrelli. Stesso impeto, stessa passione, stessa potenza. Sono davvero un mondo nuovo. Di fronte a loro si pensa che altrove si fa una certa politica perché di costoro si teme l’energia. La Ruina, Pirrotta, Berardi, Enia, Borrelli hanno in comune di aver avviato un processo di trasformazione radicale non solo della drammaturgia ma della scena teatrale. […]

Franco Cordelli – Corriere della Sera, ed. Roma – 11.04.2011 – “Drammaturgie”

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