La Stampa – Masolino D’Amico
by on December 21, 2015 in POLVERE

Saverio La Ruina si rivelò con Disonorata, monologo che ogni tanto riprende ancora, dove dà voce, in una lingua tanto più incisiva quanto meno comprensibile, ad una poveretta messa al bando in una piccola comunità calabrese. L’odierno Polvere, invece, un dialogo, e in italiano neutro. Stavolta la vittima quasi non parla – non è esattamente passiva, ma reagisce come l’uccellino ipnotizzato dal predatore – mentre l’autore-interprete indossa le vesti del carnefice: un testo forte e sottile, che in
una serie di brevi quadri segue l’evolversi sempre più inquietante di un rapporto di quelli che di cui leggiamo sui giornali quando sono arrivati ad una conclusione tragica, spesso etichettata come femminicidio. In questi casi la nostra pigra reazione nell’apprendere i fatti è, <>. Be’ ecco come. Lui incontra lei, anzi, l’ha appena incontrata: ed è sollecito, premuroso, affettuoso. Lei non è abituata a ricevere tanta attenzione. Vive e lavora in una città diversa dalla sua, dove non ha molti amici. Ha subito nel passato un’esperienza traumatica che crede di avere superato e che confida a lui nel periodo in cui cercano di conoscersi meglio. Via via che la loro intimità si consolida, lui diventa gradualmente inquisivo, possessivo, infine morbosamente e persino dissennatamente geloso. Dopo averla fatta sentire colpevole per delle sciocchezze che le descrive come mancanze; dopo averla messa a disagio contestandole gesti o atteggiamenti abituali dei quali lei è inconsapevole ma che, le spiega, sarebbero indici di un disagio non superato; dopo averla umiliata dilatando episodi innocenti fino ad accusarla di menzogne e sotterfugi – ma nel frattempo occasionalmente atteggiandosi a sua guida e protettore – finisce per avere in suo potere una creatura spaventata e totalmente succube a quello che a un osservatore esterno può apparire solo sadismo,
anche se è stato raggiunto attraverso un percorso ineccepibilmente convincente. Sono 70’ in un crescendo di angoscia, con la terrificante interpretazione di La Ruina ben sostenuta dai silenzi di Cecilia Foti. ****

28/06/2015

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