Krapp’s last post Teatro – Elisabetta Reale

Piccolo e impaurito, coi suoi abiti neri ed eleganti, Dario De Luca, cantastorie contemporaneo che ha fatto del teatro-canzone un modo personale ed originale d’osservare e raccontare la società di oggi, si ripara dietro ad un telo bianco, come per superare una paura che è poi quella degli uomini e donne di oggi, alle prese con una precarietà che confonde e scoraggia.
Comincia così l’anteprima di “Và pensiero che io ancora ti copro le spalle”, atto unico in sei quadri e canzoni di Giuseppe Vincenzi per la regia di De Luca, che supervisiona anche la drammaturgia, presentato durante la quindicesima edizione di Primavera dei Teatri.
Il secondo capitolo del progetto di teatro-canzone intrapreso nel 2012 da Scena Verticale e portato avanti con intelligenza ed ironia da Dario De Luca, raccoglie molti applausi del pubblico perché in quell’omino impaurito è facile riconoscersi. Viene avanti a piccoli passi e incontra gli spettatori, si rivolge a loro in modo diretto per cominciare il suo racconto, illuminato da giochi di luci ed ombre, per dipingere una realtà cinica e talvolta deprimente.
Un uomo del Sud che potrebbe facilmente arrivare da qualsiasi parte di questo Bel Paese, alle prese con un momento storico non tra i più felici, guarda con disincanto ai fatti quotidiani, svelando il velo d’ipocrisia che spesso ci impedisce di dipingerci come realmente siamo. Vestito di paillette, con un simpatico cappello, De Luca canta e recita fallimenti, bisogni e desideri di un’Italietta fondata su reality, social network e precariato.
Accompagnato alle tastiere da Paolo Chiaia, che gli fa da spalla puntuale in più d’una occasione segnando il ritmo dello spettacolo, Dario De Luca mostra tutte le sue doti d’attore, capace di parlare e guardare al pubblico recuperando un contatto diretto e sincero.
Scivolano leggere le rime di canzoni e brani, recitati e interpretati con piglio divertente e divertito. Tra artisti emergenti e silenti, spesso solo “figuranti nella vita”, il quadro che vien fuori suscita quel riso amaro che costringe a guardare alla realtà delle cose: il lavoro che non c’è, la politica e la crisi della sinistra, la famiglia dissestata, i talent show e i reality per chi non sa far nulla… C’è tanto, forse anche troppo, per uno spettacolo denso di parole che punta sulla leggerezza, senza pretesa di offrire risposte ma piuttosto animato dalla volontà di far sorridere proprio sulle disgrazie dell’uomo medio. […]

Elisabetta Reale – KlpTeatro – 12 giugno 2014

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