I 4 DESIDERI DI SANTU MARTINU
favolazzo adatto ad essere recitato dopo i pasti
liberamente tratto da fabliaux anonimi medievali
con Dario De Luca e Gianfranco De Franco
testo, spazio scenico, disegno luci e regia Dario De Luca
musiche originali e disegno sonoro Gianfranco De Franco
costumi e oggetti di scena Mariella Carbone
allestimento e assistenza alla messinscena Giovanni Spina
organizzazione e amministrazione Tiziana Covello
produzione Scena Verticale
con il supporto di MatrioskaOFF, Spazio MAI – Movement Art Is (residenza artistica cura_umbria)
“Santu Martinu mio, santu Martinu
tu ca fa scinna u vinu fino a pinninu,
tenami cum’ a nu frusculu dintra li mani,
tenami e ‘un me lassari fino a dimani”.
Due strani viandanti, un cantastorie e un musico, venuti dal Medioevo o dal futuro, occupano uno spazio circolare per narrare una storia salace e iperbolica che appartiene all’umanità di ieri, di oggi e di domani: il desiderio di una donna e di un uomo portato a vette parossistiche e assurde di grande godibilità.
I 4 desideri di Santu Martinu è una riscrittura, in dialetto calabrese, liberamente tratta da alcuni fabliaux anonimi medievali, e parte da uno spunto – quello dei desideri concessi per volontà soprannaturale e sprecati per stupidità o cattiveria – presente in tutte le letterature. In Occidente, nell’ambito fiabesco, questo tema lo si ritrova in La Fontaine, Perrault e nei fratelli Grimm.
Dario De Luca, riscoprendo la letteratura popolare oscena del XII e XIII secolo, presta corpo e voce a questo racconto folle e divertente. La lingua utilizzata è una lingua calabrese inventata per la scena: un pastiche suggestivo che, come un organismo vivente in continua evoluzione e cambiamento, risente delle decine di influenze dialettali ricevute dall’autore nel suo percorso artistico da autori e poeti calabresi del passato e contemporanei; con echi che vanno dalle lingue della pre-Sila a quelle delle Serre cosentine, fino a sonorità provenienti dai borghi calabro-lucani del Pollino.
Le musiche, messe in campo da Gianfranco De Franco, ci immergono in timbriche instabili e sfuggenti che odorano di caminetto e di vino; che evocano tarante e valzerini sghembi che furono e che saranno.
I fabliaux (in italiano favolelli) sono brevi racconti in versi, sorti alla fine del XII secolo, le cui origini vanno ricercate nella tradizione classica latina e greca. Vi si narravano storie comiche e spesso oscene in toni crudamente realistici o satirici. Il genere influenzò autori come Rabelais in Francia e Boccaccio in Italia.
HANNO DETTO
Persinsala.it – Lorena Martufi – 28/12/2022
[…] De Luca, moderno trovatore che dal passato precorre il futuro della romanza […] consegna i ritratti (di una coppia di contadini), scoperchiandone i desideri più latenti, attraverso una parola vivifica che scruta ogni aspetto di pensiero e di intenzione, unita alle melodie rapsodiche di Gianfranco De Franco […] Originale, singolare e di grande impatto immaginifico questo quadro vivo di De Luca e De Franco che rimanda ai mondi onirici dei quadri fiamminghi di Bosch, oggetto di fantasia totale. […] Il linguaggio (dialetto calabrese) regge la pièce sulla potenza espressiva e linguistica di De Luca che stratifica ogni senso che sia esplicito o non lo sia, fino alla fine […]