Masculu e fìammina
by on January 17, 2016 in

di e con Saverio La Ruina
musiche originali Gianfranco De Franco
collaborazione alla regia Cecilia Foti
scene Cristina Ipsaro e Riccardo De Leo
disegno luci Dario De Luca e Mario Giordano
audio e luci Mario Giordano
organizzazione Settimio Pisano
produzione Scena Verticale

L’idea di base è che un uomo semplice parli con la madre. Una madre che non c’è più. Lui la va a trovare al cimitero. Si racconta a lei, le confida con pacatezza di essere omosessuale, “o masculu e fìammina cum’i chiamàvisi tu”,  l’esistenza intima che viveva e che vive.
Non l’ha mai fatto, prima. Certamente questa mamma ha intuito, ha assorbito, ha capito tutto in silenzio. Senza mai fare domande. Con infinito, amoroso rispetto. Arrivando solo a raccomandarsi, quando il figlio usciva la sera, con un tenero e protettivo “Statti attìantu”. Ora, per lui, scatta un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi, dai timori di preoccupare. Forse con un piccolo indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi, di cercare appoggio, delicatezza.
E affiorano memorie e coscienze di momenti anche belli, nel figlio, a ripensare certi rapporti con uomini in grado di dare felicità, un benessere che però invariabilmente si rivelava effimero, perché le cose segrete nascondono mille complicazioni, destini non facili, rotture drammatiche.
Nei riguardi di quella madre, pur così affettuosa e misteriosamente comprensiva, si percepisce comunque qualche rammarico, qualche mancata armonia. Ma tutto è moderato, è fatalistico, è contemplativo. In un meridione con la neve, tra le tombe, finalmente con la sensazione d’essere liberi di dire.

Il primo reading in fieri è stato presentato a settembre 2015 nell’ambito del festival Garofano Verde di Roma

Debutto: 13/18 dicembre 2016, Piccolo Teatro di Milano

 

PREMI E RICONOSCIMENTI

Saverio La Ruina candidato al Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017 come miglior interprete di monologo per Masculu e fìammina

Selezione Premio Hystrio Twister 2017 tra i dieci titoli più amati della stagione 2016/2017.

 

PROMO VIDEO

HANNO DETTO

Il Sole 24 ore – Renato Palazzi – 18/12/2016
[…] la solita, vigorosa costruzione linguistica, quel dialetto aspro, ma capace di una musicalità quasi ipnotica […] la superba prova recitativa di La Ruina […] in mirabile equilibrio, traccia un misuratissimo ritratto umano, fatto insieme di rimpianti e rassegnazione, e in quel legame fra madre e figlio ci mette una sua particolare dolcezza personale. Il finale […] è un piccolo colpo al cuore.

Corriere della Sera – Magda Poli – 05/01/2017
Interprete sensibile che trova in una ritrosia delicata la sua incisiva forza interpretativa, autore dal tocco profondo e emozionale, antropologo culturale e dei sentimenti, Saverio La Ruina in Masculu e fìammina racconta in dialetto calabrese, bellissima la recitazione smorzata e ironica, piccoli e sapienti gesti, la vita di un uomo del sud, «un masculo a cui piacciono i masculi». […] Senza giudizi, senza animosità, senza retorica. Un monologo intimo. […] Con pacatezza l’uomo in un flusso sincopato, aspro e dolce ripercorre la sua vita, segnata da dolori e solitudine, immagine di quanta sofferenza possano portare pregiudizio, conformismo, ignoranza, ma col valore aggiunto di un indomabile coraggio di sapere sperare in una società «più gentile». Voto 8

La Repubblica – Anna Bandettini – 18/12/2016
Nel panorama della drammaturgia contemporanea italiana, Saverio La Ruina è una personalità anomala interessante: le sue storie sono struggenti spaccati di vita di un io narrante che disegna l’ironica, violenta, sfaccettata e ricca di personaggi realtà dei piccoli paesi del Sud, […] nel nuovo Masculu e Fìammina – il debutto al Piccolo Teatro di Milano – Saverio La Ruina torna alla forma dei primi lavori: un solo personaggio che ha l’innocenza, la sprovvedutezza ma anche la luce di speranza, il gesto iconoclasta, per cambiare un destino. […] conta la forza del suo valore culturale e civile: perché se è vero che si celebrano finalmente le nozze gay, è vero anche che essere un “masculu e fiammina”, specie nel Sud, è ancora un’avventura nei pregiudizi, negli stereotipi […]

l’Unità – Maria Grazia Gregori – 06/01/2017
un eccellente Saverio La Ruina […] Il nuovo spettacolo di Saverio La Ruina […] è, allo stesso tempo, coraggioso, ironico e commovente, come del resto lo è il suo testo. […] un bellissimo e a volte misterioso dialetto calabrese […] Masculu e Fìammina non accusa nessuno fuorché, con accorata pacatezza, l’ignoranza e il pregiudizio. Ci parla di una grande solitudine, di un mondo chiuso, di silenzi che non si possono riempire, di un grande punto di domanda sulla vita. A dargli voce, pensiero e una presenza senza retorica c’è Saverio La Ruina, bravissimo nel restituirci il senso, gli slittamenti del cuore di un sentimento così poco esibito da sembrare – anzi essere –  vero.

Il Manifesto – Gianfranco Capitta – 04/02/2017
Torna alle sue radici teatrali migliori Saverio La Ruina. Quelle che ci rivelò con Dissonarata e con altri testi mirabili come Italianesi, in cui la lingua si fa strumento di identità e rivendicazione culturale, ma pur sempre strumento limpido di impegno e di lotta […] una lingua ancestrale, un dialetto soavemente antico, musicale quanto poetico. […] Un bel testo e un bel lavoro quelli di Saverio La Ruina, che si gioverà delle repliche per sciogliersi in ancora maggiore umanità. E intanto offre la musica delle parole ai persistenti pruriti di una questione sociale e civile.

La Stampa – Masolino D’Amico – 06/06/2017
[…] Tra le proposte si è distinta l’ultima creazione del padrone di casa Saverio La Ruina […] un uomo ancora giovane si confida con la madre morta sulla tomba di quest’ultima. Tutto contribuisce a rendere il lavoro accattivante, a partire dal set […] una lingua le cui espressioni più ostiche all’alloglotta sono rese comprensibili da una dolcissima musicalità. voto *****

il Giornale – Enrico Groppali –24/12/2016
[…] Una prova tra le più intense e sorprendenti di questa stagione.

www.controscena.net – Enrico Fiore – 15/12/2016
[…] Un testo bellissimo […] E ferrea e leggera ad un tempo è la coerenza interna che connota e sorregge «Masculu e fìammina». […] Ma è pure un testo indomito, che trova poi il coraggio di aprirsi a parentesi di autoironia e persino d’irresistibile comicità. […] Inutile, adesso, sprecare parole sulla prova da antologia che Saverio La Ruina fornisce in quanto attore. […]

Left – Massimo Marino – 10/06/2017
[…] La Ruina entra da grande attore nelle pieghe più dolenti dei sentimenti, nelle reticenze di una vita, in un affetto grande che è rimasto come congelato da quell’impossibilità di confidarsi ed essere accettato fino in fondo.

Glistatigenerali.com – Andrea Porcheddu – 14/06/2017
Saverio La Ruina firma un altro capitolo, umanissimo e struggente, della sua ricerca personalissima sul tema dell’identità personale e sociale. […] Un racconto amaro eppure pieno di speranza, di sottile dolcezza, di poesia: con lo stile interpretativo che ha saputo creare (così sospeso, sottile, con toni e cadenze calabresi ma resi condivisibili) La Ruina firma ritratti di marginalità e quotidianità che sono tessere di una grande storia, frammenti di vita qualsiasi che diventano condivisibili quadri dell’umana tragedia. Commovente.

Il sole 24 ore – Franco Lorenzoni – 03/09/2017
[…] Saverio La Ruina, intenso e toccante in Masculo e fiammina. L’attore calabrese, due volte premio Ubu, ha narrato con delicatezza e poesia il dramma dell’omosessualità vissuta in un piccolo paese sotto il Pollino. In un colloquio solitario con la madre defunta racconta, con ironia sofferente, il calvario delle incomprensioni e dei soprusi vissuti a causa della propria diversità […]

Il Mattino – Fabrizio Coscia – 10/11/2017
[…] la poesia si manifesta in scena come un atto di grazia, semplice e profonda insieme. […] uno straordinario dialetto calabrese […] un sussurro, ruvido e melodioso allo stesso tempo, e a tratti perfino ipnotico […] bellissimo testo […] magia del teatro.

Il Manifesto – Francesca De Sanctis – 09/06/2017
[…] i fuoriclasse del festival sono, senza dubbio, Saverio La Ruina (Masculu e fìammina)…  […]

Gazzetta di Parma – Valeria Ottolenghi – 08/06/2017
[…] storia delicata, ricca d’infinite sfumature, la confessione, presso la tomba della madre – le parole prigioniere, arduo cercare, usare quelle giuste – di essere lui un uomo che amava gli uomini, riconoscendo che in verità lei, senza dire, aveva ben capito e cercato di proteggere il figlio.

Repubblica.it – Francesca Saturnino – 12/06/2017
[…] Fa vibrare l’anima […] Morbido e sinuoso, come sempre La Ruina trova i nuclei giusti da scandagliare, i fulcri narrativi su cui poggiare il suo attraversamento di una vita altra cui dà corpo, fiato, parole che sono pugni sui denti e flutti gioiosi, coraggiosi, lievi. Nella semplicità disarmante di un monologo in dialetto c’è la verità di una storia immaginata ma verissima.

lanuovaecologia.it – Katia Ippaso – 28/04/2017
[…] Storia di un calvario senza nome, di una vita vissuta sempre di nascosto, dove la vergogna arriva a giustificare la violenza, l’abiura e lo scandalo dei sentimenti, Masculu e fìammina segna una soglia artistica ancora più evoluta, di una semplicità e una delicatezza completamente controcorrente, nella carriera di questo nostro grande poeta della scena.

Repubblica Milano – Simona Spaventa – 17/12/2016
[…] nei gesti misurati e precisi e nello sguardo d’autore di La Ruina tutto è fresco, vero, come detto per la prima volta. […] un racconto che, in un dialetto calabrese ruvido fitto di immagini e sfumature, disegna non senza ironia la partitura intima, delicata e commovente di un cuore puro.

www.rumorscena.com – Claudia Provvedini – 15/12/2016
[…] In dialetto calabrese (che lui con sapienza e amore per la parola rende quasi del tutto comprensibile) […] con una precisione e leggerezza di gesti […] Il rigore del racconto pur nella sua profondità si colora di piccole battute, mai compiaciute, di descrizioni di volti e di corpi in cui la grande umanità dell’attore è davvero magistrale, rendendolo unico nel panorama italiano degli storytellers. […]

www.milanoinscena.it– Maddalena Giovannelli – dicembre 2016
Il teatro di Saverio La Ruina è un susseguirsi di immagini come olii su tela: interni familiari cupi ma vivi, volti lividi scavati dalla vita, sorrisi di umanità e dolore. […] Con Masculu e Fìammina La Ruina torna alla Calabria e a quel modus narrandi che lo ha reso uno dei nomi più noti della scena italiana […] Come di consueto La Ruina si accosta ai suoi personaggi con amore, senza giudizio, portandone maieuticamente alla luce meschinità e grandezze. Gli spettatori si trovano così in una condizione di vicinanza quasi affettiva con il narratore, che presto si trasforma in empatia. […] La Ruina regala al suo personaggio (e agli spettatori) tutto quello che ha a sua disposizione: generosità, mestiere, grazia, capacità di compatire, cioè di soffrire insieme a un altro essere umano.

nonsolocinema.com – Leonardo Mello – 04/07/2017
[…] potente e appassionante […] Come di consueto, nel caso dell’artista lucano-calabrese è improprio e riduttivo parlare di monologo: dalla sua bocca e dalla sua mimica esce infatti una serie fittissima di personaggi, che prendono vita in scena esclusivamente grazie all’evocazione narrativa. È un trionfo di figure […] Saverio veleggia in questa tranche de vie emozionando il pubblico, mentre si declina, progressivamente, quello che sembra il vero tema della pièce, un’analisi malinconica e mai retorica o compiaciuta sulla solitudine.

Ateatro.it – Fernando Marchiori – 17/07/2017
[…]
 monologo di immediata comunicazione, stabilisce un rapporto diretto e senza fronzoli con il pubblico e dice quel che vuole dire in modo semplice e chiaro, com’è nello stile interpretativo e nella postura etica dell’attore lucano. […] un altro riuscito esercizio di attenzione nei confronti di un’anima semplice, di quell’umanità offesa che trova redenzione nel teatro di Saverio La Ruina.

www.recensito.net – Tommaso Chimenti – 29/01/2017
[…] Saverio La Ruina è attore sensibile e fa della gentilezza e dell’armonia i tratti fondamentali della sua ricerca e della sua progressione nella drammaturgia italiana. Affronta temi difficili, ampi, scivolosi, ma lo fa con la leggerezza della strada, del paese, con l’utile riparo di un dialetto che è sempre aspro ma che nella sua bocca, tra i suoi denti, dalle sue labbra esce come sibilo arrossito e timido, sillabe dolci. La denuncia La Ruina la fa […] con l’impegno e il puntiglio, con la volontà di non dare mai lezioni né aprire le porte della conoscenza ma con quel tocco soffice, una carezza potremmo dire, […] La sua narrazione è semplice, e qui esplode la sua forza, una piccola cascata di parole che mai travolge con prepotenza ma che, con guanto di velluto, sfiora, passa sulle cose, come una pennellata, un canto, una mano nella mano. […] una protesta civile, senza rivendicazioni né astio combattivo aggressivo, una richiesta al mondo di più ascolto e meno giudizio, guardare e considerare l’altro che ci si para davanti, sia che tu sia “masculu” sia che tu sia “fiammina”, soltanto per quello che è: una persona.

Sipario.it – Gigi Giacobbe – 09/06/2017
[…] 60 minuti intensi […] La Ruina è superlativo nel ruolo, quasi angelicato per come racconta i rapporti con Angelo, di nome e di fatto, e con Alfredo che morirà ancora giovane andando a mettere sulla sua tomba un biglietto su cui ci stava scritto ” svegliatemi in un mondo più gentile” e lo spettacolo si conclude con le note di Fortissimo cantata da Mina. […]

Paneacquaculture.net – Elena Scolari e Ester Formato – 14/06/2017
EF: […] La Ruina restituisce al pubblico il suo monologo innervato in una struttura semplice, ben rodata dopo altre repliche, come una sorta di partitura sonora. Merito della sua voce e dell’eleganza della propria presenza scenica che trasformano il racconto in un’elegia.
ES: Grazia ineffabile […] di La Ruina attore che si è saputo creare una cifra, riconoscibile, costante nella misura e nello stile contenuto.

www.dramma.it – Paolo Randazzo –  17/06/2017
[…] Profondità di lettura della realtà, consapevolezza culturale, intelligenza scenica e di scrittura, potenza linguistica, ritmo ipnotico, coraggio civile: tutte caratteristiche di questo spettacolo e tutte qualità riconosciute che connotano il linguaggio e l’intera produzione di questo artista.  […] una grandissima esperienza di teatro […]

Il Giorno, Milano – Diego Vincenti – 17/12/2016
[…] una grande prova d’attore […] il racconto di questo anziano gay è anche pieno di grazia, di poesia. […]

www.milanoteatri.it – Massimiliano Coralli – 17/12/2016
[…] altra grande prova […] il racconto di una vita ai margini, nel bellissimo Masculu e Fiammina, […] La Ruina, appoggiandosi solo alla forza delle sue parole, sovverte i canoni e le aspettative, […] Non si censura, La Ruina, mai, e non risparmia dettagli apparentemente fastidiosi, […] Ma riesce a farlo con una dolcezza insospettabile, […] Non alza mai i toni, riuscendo nell’impresa di renderci partecipi di quell’intimità, creando con il pubblico un’empatia totale. […] Ennesima bellissima prova per La Ruina, un racconto delicato e toccante che raccoglie meritatissimi applausi e lacrime di commozione.

Gazzettadelsud.it – Elisabetta Reale – 04/06/2017
[…] Inteso, delicato, raffinato […] Come inserito in un tempo sospeso tra ricordo e condivisione, lo spettacolo, dalla precisa e potente costruzione drammaturgica, restituisce un racconto denso e profondissimo.

Gazzetta del Sud – Elisabetta Reale – 23/12/2016
[…] La forza autoriale di La Ruina è racchiusa nella semplicità di gesti e movimenti, nella profondità dei ricordi, nella delicatezza e intensità insieme per descrivere l’animo umano. […] Abile affabulatore, La Ruina intreccia fili e memoria, storie e personaggi d’una vita intera, abbandonandosi nella descrizione di tanti, troppi ricordi, senza mai perdere la misura, toccando sempre le corde più profonde e intime dell’animo umano.

Corriere del Mezzogiorno – Stefano De Stefano – 11/11/2017
Un dolore esistenziale profondo eppure esposto con garbo, con voce e modi delicati […]Saverio La Ruina conferma sensibilità non comuni di autore e attore.

www.linkiesta.it – Giulia Valsecchi – 21/12/2016
[…] Saverio La Ruina intaglia un frammento che trattiene il dolore di certe ricorrenze e usanze, come delle levità più pensose. […] un viaggio interiore svelato da La Ruina con la misura lirica e atroce che gli appartiene esemplarmente. […]

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SCENA VERTICALE 2019